Nel 1481 al giovane pittore Leonardo da Vinci viene assegnato l’incarico di decorare la pala dell’altare maggiore della Chiesa di San Donato a Scopeto. Il tema è quello dell’adorazione dei Magi e i monaci agostiniani avevano dato all’artista 3 mesi di tempo per concludere il lavoro. I committenti però non avrebbero mai immaginato che l’opera rimanesse incompiuta! Leonardo, infatti, partì poco dopo per Milano dove rimase per più di 15 anni. I monaci, dopo aver a lungo aspettato il rientro dell’artista, decisero di passare l’incarico a Filippo Lippi che dipinse una nuova pala d’altare. E così L’adorazione dei Magi di Leonardo rimase incompiuta e solo dopo più di 500 anno siamo in grado di conoscerne il vero significato.
L’adorazione dei magi: una rivoluzione nel rinascimento
Nonostante non sia mai stata terminata, L’adorazione dei Magi di Leonardo rimane una delle opere più rivoluzionarie di tutto il rinascimento. Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure commenta in un intervista: “È un’opera straordinariamente più moderna di tutto quello che si dipingeva a Firenze in quegli anni”. Continua spiegando che l’innovazione portata da Leonardo risiede soprattutto nel modo di rappresentare i personaggi. Un turbinio di persone ruota intorno ai protagonisti- Maria, Giuseppe e Gesù- e mostrando grande stupore per l’arrivo del Bambino. D’altro canto, visto il gran numero di disegni preparatori che si sono conservati, l’elaborazione della composizione fu piuttosto complessa.
Il messaggio nascosto
La celebre opera di Leonardo è stata sottoposta ad un importante intervento di restauro eseguito dall’Opificio nel 2012 e terminato nel 2017. Grazie alle nuove tecniche d’indagine, i restauratori e gli studiosi dell’Opificio, riuscirono così a comprendere nuovi dettagli. Uno di questi è nella parte a destra dell’opera dove si intravede uno scenario di guerra e distruzione che sconvolge il mondo. Subito di fianco si erge un tempio: simbolo di pace e riconciliazione portate da Gesù all’intera umanità. “Credo che Leonardo”, continua Marco Ciatti nella stessa intervista, “abbia voluto trasmetterci un messaggio in accordo con gli scritti di sant’Agostino: l’umanità, a seguito della venuta di Cristo, è cambiata, come si evince chiaramente dalle reazioni dei personaggi, e Cristo, con la sua nascita, ha portato un nuovo messaggio”. I dettagli dell’opera infatti sembrano essere in perfetto accordo con il pensiero di sant’Agostino e con gli scritti di Isaia. Questi ritenevano che la salvezza riguardasse tutte le genti, e non soltanto i cristiani. È così che grazie alle nuove tecnologie e al lavoro di grandi esperti è stato possibile ritrovare il messaggio nascosto di universalità, che Leonardo avrebbe rivelato se l’opera fosse stata conclusa.
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