Il volto-icona della Repubblica Italiana

Il volto-icona della Repubblica Italiana

Il 2 giugno 1946 una giovane e sorridente ragazza tiene in mano la prima pagina del Corriere della Sera: é nata la Repubblica Italiana. Questa foto rappresenta da settantaquattro anni l’immagine dell’Italia democratica. Il volto di questa giovane donna è diventato nel tempo una vera e propria icona grazie a quel sorriso, simbolo della speranza in un Paese appena nato che guardava al futuro dopo gli anni della guerra e del fascismo. Quello che sembra uno scatto rubato è in realtà il frutto del lavoro del fotografo Federico Patellani. La foto è stata pubblicata per la prima volta il 15 giugno 1946 su Tempo, il settimanale per cui Pattellani lavorava come fotoreporter e la ragazza, al contrario di quello che si può pensare, era tutt’altro che una sconosciuta.

L’identità del volto della Repubblica è finalmente nota

Grazie a un’inchiesta del quotidiano la Repubblica, oggi conosciamo il nome della ragazza diventata il volto della nascente Repubblica italiana: è Anna Iberti, e all’epoca in cui fu scattata la foto aveva 24 anni. Viveva a Milano e lavorava come impiegata per il quotidiano socialista Avanti. Pochi anni dopo sposò Franco Nasi, giornalista presso la stessa testata.
Secondo il racconto dei figli di Anna, la donna e Pattelani, pur frequentando gli stessi ambienti, non erano amici. Non si conosce dunque il motivo per cui Pattellani le chiese di posare come modella.
Ricordata da figli e amici come persona molto riservata e impegnata nel sociale, si sa che era molto orgogliosa di quella foto.

Lo scatto di Pattellani

La foto di Anna Iberti è conservata, insieme all’archivio Pattellani, presso il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Oltre allo scatto diventato celebre, al museo sono conservati anche tutti i provini (ben due rullini) che ritraggono Anna in diverse pose. I vari tentativi eseguiti mostrano la ragazza intenta a leggere il giornale, sorridente vicino ad un muro con appesi vari manifesti, forte che impugna il giornale e lo innalza verso il cielo. Arriva poi l’idea definitiva: infilare la testa nel giornale. Inizialmente, oltre alla testa, Anna infilò anche il braccio sinistro ed è per questo motivo che sul foglio è presente anche un altro buco. Il fotografo scattò circa una ventina di foto per raggiungere il risultato definitivo, compreso l’immagine che è entrata a far parte della Storia.

Referendum 2 giugno 1946

C’è anche un aneddoto divertente legato a questa foto, diventata simbolo della Repubblica Italiana: il figlio di Pattellani ha confessato che suo padre era monarchico.

Potrebbe interessarti anche Arte online: democrazia o trappola?

Lascia un commento

10 + 10 =