La stampa 3D: una rivoluzione nell’arte

La stampa 3D: una rivoluzione nell’arte

La stampa 3D di oggetti ottiene negli ultimi dieci anni un enorme successo, anche se di fatto è nata più di trent’anni fa. Il motivo? La capacità di stampare oggetti singoli o composti, in diversi materiali, in modo semplice, preciso ed economico. Gli artisti sono tra i primi ad aver apprezzato queste peculiarità portando la tecnologia fuori dall’ambito industriale. La libertà di creare oggetti fin dalla fase di progettazione l’ha resa poi uno strumento perfetto per esprimersi. Oggi vogliamo spiegarvi come funziona questa tecnologia così interessante.

Come funziona?

Il meccanismo che sta alla base di una stampante 3D è molto semplice (la parte “difficile” sta  piuttosto nella progettazione dell’oggetto!).
Le stampanti in commercio si differenziano in base alla tecnologia di realizzazione degli strati. Gli oggetti, che vengono svliuppati con appositi programmi di disegno e modellazione, infatti, vengono composti per stratificazione di materiale: sovrapposizioni di più piani, fusione di un filamento, fusione di polveri sono solo alcuni dei metodi. I materiali utilizzati per stampare sono molto vari, in generale polimeri plastici, ma è possibile stampare oggetti anche in ceramica, vetro, metalli e materiali organici.

Stampa di oggetti 3D nell’arte e nell’alta moda

Suoni e luci nelle opere di Philip Beesley permettono di interagire direttamente con l’osservatore. La tecnologia alla base, sensori e piccoli meccanismi, è prodotta e personalizzata con la stampante 3D. Come Beesley, anche John Edmark è un designer che utilizza questo strumento per creare opere scultoree ispirate alla successione di Fibonacci e ai rapporti della sezione aurea. Le sculture di John Edmark , stampate in 3D (in video), sono progettate per animarsi quando velocità e illuminazione vengono sincronizzate in modo che la scultura ruoti di 137,5 gradi, l’angolo aureo.

La stampa 3D viene utilizzata molto spesso anche nel campo dell’alta moda. Alcuni stilisti come Mia Vilardo e Riccardo Polidoro, del brand italiano Miryaki, la utilizzano per creare particolari accessori di abbigliamento.

La tecnologia 3D ha l’immensa capacità di sviluppare in modo accurato progetti molto complessi ed è per questo che è entrata a far parte a tutti gli effetti del mondo dell’arte. Chi realizza opere con questo tipo di strumenti, però, oggi deve preoccuparsi della protezione delle proprie creazioni, che, come accade a gran parte dei pezzi di arte contemporanea, sono soggetti a contraffazione.
Uno dei sistemi più innovativi per proteggere questo tipo di opere è senza dubbio DNArt, una tecnologia che si basa sulla marcatura con DNA sintetico, in grado di garantire l’unicità di un pezzo d’arte e che può essere utilizzata con diverse tipologie di materiali, come ad esempio carta, legno, tela e materiale pittorico vario.

Lascia un commento

cinque × 3 =