Le tecniche diagnostiche a raggi X sono ampiamente usate non solo in campo medico, ma anche in quello artistico. I raggi X sono fondamentali nel momento in cui si analizzano opere d’arte costituite da più materiali, dato che sono in grado di mostrare particolari che all’occhio umano rimangono nascosti,
L’applicazione dei raggi X nel campo dei beni culturali non è molto conosciuta, ma il principio è lo stesso di quando viene eseguita una lastra in campo medico. L’obiettivo per cui viene applicata la radiografia alle opere artistiche è studiarne al meglio la struttura interna, senza dover per forza spostare il pezzo d’arte in un’altra sede o prelevare campioni. Questo rende tali tecniche molto utili nel caso in cui l’opera abbia un valore molto alto e non si possano compiere azioni invasive su di essa.
La diagnostica a raggi X è oggi particolarmente apprezzata dai conservatori museali per raccogliere informazioni sempre più precise e complete sulle opere delle loro collezioni. I risultati di queste indagini vengono spesso resi fruibili anche al pubblico: un esempio su tutti è quanto sperimentato al museo Van Gogh di Amsterdam, dove alcuni video raccontano ai visitatori i segreti non visibili ad occhio nudo delle tele esposte.
Cosa sono i raggi X?
La radiografia , nata in Inghilterra a fine ‘800 ha cominciato ad essere applicata in ambito artistico già nei primi anni ’20 del ‘900. A disposizione dei ricercatori ci sono tre possibili varianti di questa tecnologia: Spettrofotometria a raggi X (XRF), Difrattometria a raggi X(XRD) e Laminografia computerizzata a raggi X (CXL).
Il fondamento della radiografia in generale consiste nell’esposizione ai raggi X di un materiale che, a seconda della sua composizione, li assorbe e riemette producendo a sua volta una radiazione con energia maggiore. I raggi X sono un tipo di radiazione contenuta nello spettro elettromagnetico che si trova tra i raggi Ultravioletti e i raggi Gamma, come è visibile nell’immagine seguente.

Spettro elettromagnetico contenente le lunghezze d’onda in nm.
Da questa immagine si può notare come al centro dello spettro stiano tutte quelle radiazioni dette visibili: sono quelle che l’occhio umano distingue e che vengono associate ai colori. Le altre radiazioni si differenziano in base alla lunghezza d’onda, che può essere più grande o più piccola rispetto al gruppo centrale. Le radiazioni con lunghezze più grandi hanno una frequenza bassa e sono normalmente poco dannose in quanto hanno energia minore (le onde radio o le microonde). Diversamente, quelle con lunghezza più piccola hanno frequenza maggiore e di conseguenza hanno anche più energia.

Nello specifico, come mostrato nella figura qui sopra, quando un atomo viene esposto a Raggi X uno dei suoi elettroni viene sbalzato via e un altro ne prende il posto. Lo spostamento di posizione di questo elettrone produce una fluorescenza di raggi X che presenta energia maggiore rispetto a quella incidente. Proprio questa fluorescenza è il segnale che viene collezionato e analizzato nelle varie tecniche radiografiche citate sopra.