L’unità di misura del colore

L’unità di misura del colore

La percezione del colore è un fenomeno complesso che viene studiato da varie discipline scientifiche, tra cui l’archeometria, che si occupa dello studio dei materiali d’interesse storico-artistico. In questa materia è fondamentale discernere ogni gradazione del colore e tra le tecniche più utilizzate c’è la spettrofotometria di riflettanza, che si occupa di misurare oggettivamente il colore e permette di riconoscere alcuni pigmenti in modo totalmente non invasivo.

Il colore non è una qualità del corpo ma della luce 

Un fascio di radiazione elettromagnetica, la luce, colpisce l’oggetto che a sua volta rimanda parte di questa radiazione. La radiazione arriva poi agli occhi dove viene trasformata in segnali nervosi, interpretati dal nostro cervello. La radiazione luminosa è formata da particelle, i fotoni, che possiedono una determinata energia collegata ad una specifica frequenza (il cui inverso è la lunghezza d’onda). L’insieme delle lunghezze d’onda è descritto nello spettro elettromagnetico di cui l’occhio umano vede solo una piccolissima parte, la luce visibile. Di conseguenza, ogni colore corrisponde esattamente ad una lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 700 nanometri dello spettro. Non è dunque una qualità del corpo.

I colori hanno comunque il grande potere di influenzare lo stato d’animo. Se siete curiosi potete mettervi in gioco al link, dove troverete un test inventato nel 1949 dallo psicologo Max Luscher.

Misurare il colore 

La spettrofotometria di riflettanza è la tecnica che si occupa di misurare oggettivamente il colore combinando tre parametri indipendenti tra loro. La terna di parametri più comune è la terna L*a*b* (L* luminosità; a* componente che va dal verde al rosso; b* componente dal blu al giallo). Avere una misura matematica del colore è molto importante perché permette di calcolare il parametro ΔE che indica la variazione cromatica. È stato stimato che l’occhio umano è in grado di rilevare una variazione cromatica (cioè un’effettiva variazione di colore anche della stessa tonalità) quando il valore ΔE è superiore a 5.

coordinate colorimetriche

Perché misuriamo il colore?

Misurare il colore è utile nel campo della diagnostica non invasiva per il riconoscimento di alcuni pigmenti. Un altro utilizzo è il monitoraggio delle alterazioni, naturali o indotte da particolari meccanismi di degrado. Un terzo importante settore è quello della pulitura di superfici policrome. L’azione di pulitura è per sua natura irreversibile, per questo motivo controllare oggettivamente l’operazione è utile per misurare il prima e dopo l’intervento.

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