Scandalo alla Knoedler & Company

Scandalo alla Knoedler & Company

Il 40% dei dipinti in questo museo sono falsi “: ecco la frase che nel 1997 ha fatto tremare il mondo dell’arte. A pronunciarla Thomas Hoving, ex direttore del Metropolitan Museum di New York riferendosi a diverse opere esposte all’interno del famoso museo. La percentuale di falsificazione nel mondo dell’arte è molto alta, ma può essere maggiorata di un buon 10% se si ascoltano le affermazioni più recenti degli esperti.
Tutti noi quindi, entrando in un qualsiasi museo di arte moderna, potremmo osservare dei falsi d’autore perfettamente integrati nella collezione d’arte. In questo caso si fa riferimento all’arte moderna e contemporanea perché purtroppo risulta la più esposta ad eventi fraudolenti.

I musei che espongono collezioni antiche difficilmente conterranno dei falsi, in quanto le opere sono registrate e controllate da moltissimi anni. Può capitare che di tanto in tanto si ritrovi in qualche soffitta il quadro di un rinomato pittore del 1300, ma tale evento si accompagna a grande scalpore che generalmente porta ad un maggior controllo sulla veridicità dell’opera. Il mondo dell’arte moderna e contemporanea, seppur di enorme qualità, non provoca tanto scalpore. Incorre quindi in veri e propri scandali di falsificazione.

La falsificazione ha un prezzo

Uno dei più grandi scandali degli ultimi vent’anni ha come sfortunata protagonista la galleria più famosa al mondo: Knoedler & Company di New York. Questo tempio dell’arte contemporanea aveva alle spalle ben 165 anni di onorata storia nel mercato dell’arte moderna quando nel 2011 vede chiudere ingloriosamente i propri battenti. L’ultima direttrice della galleria, Ann Freedman, verrà poi trascinata in tribunale ben dieci volte per aver venduto consciamente delle opere false di autori illustri. Sotto sua indicazione infatti, tra il 1994 e il 2011, vengono venduti pezzi contraffatti per un giro d’affari di oltre 70 milioni di dollari.

Mark-Rothko-No14

La Freedman si è sempre affermata innocente dando la colpa a chi le aveva venduto i quadri in prima istanza: Glafira Rosales, una commerciante d’arte che successivamente non ha negato la sua posizione. La Rosales ha dichiarato, infatti, che tutti i dipinti venivano riprodotti da Pei-Shen Quinn, un artista cinese immigrato in America. I 14 quadri falsi sono stati attribuiti ad esponenti dell’Espressionismo Astratto. Spiccano in particolare Willem de Kooning, Robert Motherwell, Mark Rothko, Clyfford Still e Barnett Newman. Durante il decennio in cui i falsi capolavori sono rimasti in circolazione, molti esperti nel mondo dell’arte e le Fondazioni legate agli artisti hanno indagato sulla loro provenienza.

La Rosales affermava di aver avuto la fortuna di scoprire i capolavori perduti tra i beni di un misterioso collezionista, i cui eredi avevano deciso di vendere i quadri rimanendo anonimi.
Le cause verso Freedman e Rosales sono proseguite fino al 2017 con un dubbio ancora aperto sulla più o meno consapevolezza della prima. Nonostante ciò, la vicenda rimane uno dei più grandi scandali nel mondo dell’arte contemporanea di sempre.

La falsificazione nel mondo dell’arte contemporanea sta diventando sempre più florida. Lo scandalo Knoedler & Company espone la fragilità di queste creazioni, che sono molto meno tracciate rispetto a quelle più antiche. È proprio per questa tipologia di opere che può risultare particolarmente efficace la marcatura con DNArt, tecnologia che fornisce un’impronta genetica unica e totalmente invisibile per proteggere e garantire l’unicità di opere storiche, artistiche e produttive.

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Se siete interessati a queste tematiche vi consigliamo di leggere anche il nostro articolo Arte online: democrazia o trappola.

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