Scopriamo i materiali: DNArt e la marcatura del legno

Scopriamo i materiali: DNArt e la marcatura del legno

La relazione che lega il legno alla storia dell’arte ha origini profondissime. Molte opere, sia antiche che moderne, sono infatti prodotte in legno. Purtroppo, il commercio delle opere d’arte è un ambito particolarmente colpito dalla contraffazione, e tra i pezzi falsificati ci sono spesso manufatti lignei.
Per tutelare le opere, una tecnologia all’avanguardia è senza dubbio DNArt, l’innovativo sistema di anticontraffazione basato sul DNA sviluppato da Aries s.r.l. Questa procedura è applicabile anche a opere realizzate in legno e risulta estremamente sicura, invisibile e totalmente compatibile con il questo materiale.

Il legno nell’arte

In Italia la varietà di opere d’arte in legno è davvero ampia. Storicamente le opere più note sono i dipinti su tavola, le sculture lignee (sia in legno grezzo che dipinto), le pale d’altare, i mobili e le cornici. A queste vanno aggiunti altri oggetti che hanno acquisito un preciso valore storico ed economico: utensili archeologici, maschere, armi, giocattoli, strumenti musicali e molto altro ancora.
Questa grande varietà di pezzi d’arte è realizzata con vari tipi legno e la scelta di una tipologia piuttosto che un’altra dipende, oltre che dalla facilità di lavorazione e dalla reperibilità del materiale sul posto, anche dalle tradizioni culturali dei singoli territori. Ad esempio, in Friuli Venezia Giulia la diffusione del legno di tiglio, usato per lo più per la creazione di quadri e statue, da un lato può essere stata favorita dalla confisca del rovere servito per costruire l’Arsenale di Venezia e, dall’altra, dalla particolare “aura” che gli veniva attribuita.

Come funziona il sistema anticontraffazione DNArt?

Inizialmente vengono raccolte le informazioni propedeutiche a realizzare una marcatura ottimale: tipo di legno, epoca storica, condizioni conservative e altri dati che possono essere utili per una conoscenza approfondita del manufatto. Successivamente viene testata l’idrofobicità del materiale con un semplice test che non danneggia in alcun modo l’opera. Una volta terminata questa prima fase di studio, tramite un software viene generato il codice che servirà per marcare l’opera. A questo punto, vengono definite delle coordinate di marcatura. Nel punto prescelto viene quindi posato il supportante: una soluzione altamente specifica in grado di preparare la superfice ad accogliere il DNA. I costituenti che compongono il supportante sono completamente compatibili con l’opera d’arte e totalmente invisibili. A questo punto il codice a base di DNA viene applicato all’opera e si muoverà con essa. Le informazioni di marcatura vengono archiviate in modo crittografato. Al termine della procedura viene quindi rilasciato un certificato di marcatura dell’opera.

Ogni qual volta si ritenga necessario, è possibile verificare l’autenticità del bene marcato con un’operazione di recupero del codice che avviene per mezzo di una specifica soluzione. L’identificazione del DNA avviene poi attraverso un software che verifica la corrispondenza del codice recuperato con le informazioni archiviate.

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